La parrocchia

La parrocchia è la prima istanza comunitaria nella quale la Chiesa svolge la missione affidatale da Gesù in un contesto socioculturale ben definito.

Francesco, nella Evangelii Gaudium 28, ricorda alcuni aspetti significativi dell’identità della parrocchia, che, oltre ad essere “presenza ecclesiale in un territorio”, è una “comunità di comunità”, luogo e santuario della vita cristiana, comunità missionaria ed evangelizzatrice.

“Sin dal suo sorgere la parrocchia si pone come risposta a una esigenza pastorale precisa, portare il Vangelo vicino al Popolo attraverso l’annuncio della fede e la celebrazione dei sacramenti […], chiamata a cogliere le istanze del tempo per adeguare il proprio servizio alle esigenze dei fedeli e dei mutamenti storici […], alla ricerca di altre modalità di vicinanza e di prossimità rispetto alle abituali attività. Tale compito non costituisce un peso da subire, ma una sfida da accogliere con entusiasmo” (“La conversione pastorale della comunità parrocc hiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa”, 2020).

Nel nostro caso, la parrocchia affidata ai salesiani entra nella pastorale della Chiesa con uno stile, un impianto, una specificità; si configura, per sua natura, come uno spazio privilegiato di evangelizzazione per i giovani e l’opzione per essi non è esclusiva o discriminatoria, ma preferenziale e costituisce una sfida sempre attuale. Questa opzione preferenziale è un dono prezioso per la missione in tutta la comunità ecclesiale.

(dal Quadro di Riferimento della Pastorale Giovanile – a cura del Dicastero della Pastorale Giovanile Salesiana, La Parrocchia e il Santuario affidati ai salesiani, p.12)

Cosa è la CEP?

La CEP è la forma salesiana d’animazione di ogni realtà educativa intesa alla realizzazione della missione di Don Bosco

La nostra comunità:

La nostra comunità:

coinvolge in un clima di famiglia giovani e adulti, genitori ed educatori, dove l’elemento fondamentale di unità non è il lavoro o l’efficacia, ma un insieme di valori vitali (educativi, spirituali, salesiani...) che configurano un’identità condivisa e cordialmente voluta

Scopo educativo:

Scopo educativo:

perché colloca nel centro dei suoi progetti, relazioni e organizzazioni, la preoccupazione per la promozione integrale dei giovani, cioè la maturazione delle loro potenzialità in tutti gli aspetti: fisico, psicologico, culturale, professionale, sociale, trascendente;

Missione pastorale:

Missione pastorale:

perché si apre all’evangelizzazione, cammina con i giovani incontro a Cristo e realizza un’esperienza di Chiesa, dove con i giovani si sperimentino i valori della comunione umana e cristiana con Dio e con gli altri.

TRIDUO IMMACOLATA CONCEZIONE

La lucerna del tuo corpo è
l'occhio. Se il tuo occhio è ...
sano, anche il tuo corpo è
tutto nella luce; ma se è
malato, anche il tuo corpo è
nelle tenebre»

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Il “criterio oratoriano”, ispirazione e paradigma per le nostre attività ed opere

Il “criterio oratoriano”, ispirazione e paradigma per le nostre attività ed opere L’Oratorio di Valdocco ci riporta all’esperienza originaria della missione salesiana. Don Bosco, insieme ai suoi collaboratori e ai primi salesiani, incarnò proprio nell’Oratorio quella particolare esperienza dello Spirito (il carisma), che suscitò nella Chiesa la nostra originale forma di missione apostolica tra i giovani più poveri. Perciò, oggi, riferirci all’Oratorio di Valdocco non è un esercizio storico di quanto vi accadde con don Bosco, quanto un cammino di ritorno alle origini, alla fonte che ispirò le nostre opere ed attività (cfr. Cost. 41), per verificare la fedeltà della nostra azione educativa – pastorale. L’Oratorio di Don Bosco a Valdocco è il paradigma, il criterio permanente di tutta la nostra attività (cfr. Cost. 40).
«Quando pensiamo all’origine della nostra Congregazione e Famiglia, da dove è partita l’espansione salesiana, troviamo soprattutto una comunità, non soltanto visibile, ma addirittura singolare, atipica, quasi come una lucerna nella notte: Valdocco, casa di comunità originale e spazio pastorale conosciuto, esteso, aperto… In tale comunità si elaborava una nuova cultura, non in senso accademico, ma nella direzione di nuovi rapporti interni tra giovani ed educatori, tra laici e sacerdoti, tra artigiani e studenti, un rapporto che rifluiva sul contesto del quartiere e della città… Tutto questo aveva come radice e motivazione la fede e la carità pastorale, che cercava di creare all’interno uno spirito di famiglia, e orientava verso un affetto sentito al Signore ed alla Madonna» (DON JUAN VECCHI, ACG 373, «ECCO IL TEMPO FAVOREVOLE»).

(dal Quadro di Riferimento della Pastorale Giovanile – a cura del Dicastero della Pastorale Giovanile Salesiana, p. 108 ss)